Descrizione

Piccola comunità di montagna costituitasi nel Medioevo; tradizionalmente dedita all’agricoltura e all’allevamento, è proiettata con un certo slancio verso le attività turistiche. La comunità dei cervaroli, con un indice di vecchiaia particolarmente elevato, si distribuisce nel capoluogo comunale, arroccato su uno sperone di roccia, in alcune case sparse e nei minuscoli aggregati urbani di Campaegli, Forca Sant’Angelo, Le Morre, Le Selve, Pisciarello e Villa Maddalena. La millenaria azione del carsismo sulle rocce calcaree dei monti Simbruini ha scolpito strette valli fluviali dalle pareti scoscese, rivestite di felci, muschi ed equiseti. L’ambiente di alta quota, di aspetto quasi lunare, è vivacizzato in primavera dalle tinte vivaci di primule, crochi, soldanelle, genziane e sassifraghe; con il diminuire dell’altitudine prendono il sopravvento estese formazioni boschive di querce, faggi, castagni e aceri, quindi roverelle, carpini bianchi, olmi, ornielli, aceri, noccioli, sorbi e prugnoli –sui versanti esposti al sole si sviluppano anche piante mediterranee, come il leccio, il bosso, la ginestra, il ligustro, il pistacchio e la fillirea–. Davvero notevoli sono le fioriture stagionali di orchidee, giaggioli, narcisi e gigli, che illuminano i prati e il sottobosco di vivaci macchie di colore.

Piccola comunità di montagna costituitasi nel Medioevo; tradizionalmente dedita all’agricoltura e all’allevamento, è proiettata con un certo slancio verso le attività turistiche. La comunità dei cervaroli, con un indice di vecchiaia particolarmente elevato, si distribuisce nel capoluogo comunale, arroccato su uno sperone di roccia, in alcune case sparse e nei minuscoli aggregati urbani di Campaegli, Forca Sant’Angelo, Le Morre, Le Selve, Pisciarello e Villa Maddalena. La millenaria azione del carsismo sulle rocce calcaree dei monti Simbruini ha scolpito strette valli fluviali dalle pareti scoscese, rivestite di felci, muschi ed equiseti. L’ambiente di alta quota, di aspetto quasi lunare, è vivacizzato in primavera dalle tinte vivaci di primule, crochi, soldanelle, genziane e sassifraghe; con il diminuire dell’altitudine prendono il sopravvento estese formazioni boschive di querce, faggi, castagni e aceri, quindi roverelle, carpini bianchi, olmi, ornielli, aceri, noccioli, sorbi e prugnoli –sui versanti esposti al sole si sviluppano anche piante mediterranee, come il leccio, il bosso, la ginestra, il ligustro, il pistacchio e la fillirea–. Davvero notevoli sono le fioriture stagionali di orchidee, giaggioli, narcisi e gigli, che illuminano i prati e il sottobosco di vivaci macchie di colore.

Storia

Fondata con tutta probabilità nel IX secolo d.C., appartenne a lungo all’abbazia di Subiaco. La rocca fu scelta come quartier generale da Pelagio di Jenne, monaco scismatico che si proclamò abate nel 1273 e resistette per tre anni agli attacchi dell’esercito papale. Sullo scorcio del Duecento fu oggetto di varie incursioni da parte dei tiburtini e, tre secoli dopo, fu in parte distrutta dai briganti al seguito di Marco Sciarra. Per l’amenità del paesaggio che la circonda, dai primi anni del XIX secolo è divenuta meta di artisti stranieri e italiani. Privo di specificazione fino al 1881, il toponimo deriva dal latino CERVUS che, con l’aggiunta del suffisso -ARA, indica un luogo popolato da cervi. La chiesa di Santa Maria della Visitazione, quella di Santa Maria della Portella e la quattrocentesca collegiata di Santa Elisabetta e San Felice Martire, con volta a botte e sei altari laterali minori, costituiscono gli edifici religiosi di maggior interesse artistico. Assai caratteristico è l’impianto urbanistico dell’abitato, dominato dalla rocca (XI secolo) e formato da un labirinto di vicoli, archi, scalinate e piccole piazze, dove numerosi artisti hanno realizzato e realizzano tuttora le loro opere sulla pietra bianca tipica di questa zona.

Fondata con tutta probabilità nel IX secolo d.C., appartenne a lungo all’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADISUBIACO'>abbazia di Subiaco</a>. La rocca fu scelta come quartier generale da Pelagio di Jenne, monaco scismatico che si proclamò abate nel 1273 e resistette per tre anni agli attacchi dell’esercito papale. Sullo scorcio del Duecento fu oggetto di varie incursioni da parte dei tiburtini e, tre secoli dopo, fu in parte distrutta dai briganti al seguito di Marco Sciarra. Per l’amenità del paesaggio che la circonda, dai primi anni del XIX secolo è divenuta meta di artisti stranieri e italiani. Privo di specificazione fino al 1881, il toponimo deriva dal latino CERVUS che, con l’aggiunta del suffisso -ARA, indica un luogo popolato da cervi. La chiesa di Santa Maria della Visitazione, quella di Santa Maria della Portella e la quattrocentesca collegiata di Santa Elisabetta e San Felice Martire, con volta a botte e sei altari laterali minori, costituiscono gli edifici religiosi di maggior interesse artistico. Assai caratteristico è l’impianto urbanistico dell’abitato, dominato dalla rocca (XI secolo) e formato da un labirinto di vicoli, archi, scalinate e piccole piazze, dove numerosi artisti hanno realizzato e realizzano tuttora le loro opere sulla pietra bianca tipica di questa zona.

Economia

La comunità cervarola, in passato dedita quasi esclusivamente all’agricoltura di tipo montano e all’allevamento bovino e ovino, attività economiche ormai in crisi fisiologica e irreversibile, ha avviato un lento processo di sviluppo del terziario: si registra in particolare la presenza di un discreto apparato ricettivo mentre mancano servizi qualificati, quali il credito e le assicurazioni; commisurato alla consistenza demografica della comunità è il numero degli esercizi commerciali, legati esclusivamente alla distribuzione di beni di prima necessità, mentre quasi assente è l’industria, se si eccettuano piccolissime imprese edili. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, è privo di rilevanti strutture culturali e dispone delle sole scuole materne ed elementari. L’assistenza sanitaria è garantita dalla farmacia.

La comunità cervarola, in passato dedita quasi esclusivamente all’agricoltura di tipo montano e all’allevamento bovino e ovino, attività economiche ormai in crisi fisiologica e irreversibile, ha avviato un lento processo di sviluppo del terziario: si registra in particolare la presenza di un discreto apparato ricettivo mentre mancano servizi qualificati, quali il credito e le assicurazioni; commisurato alla consistenza demografica della comunità è il numero degli esercizi commerciali, legati esclusivamente alla distribuzione di beni di prima necessità, mentre quasi assente è l’industria, se si eccettuano piccolissime imprese edili. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, è privo di rilevanti strutture culturali e dispone delle sole scuole materne ed elementari. L’assistenza sanitaria è garantita dalla farmacia.

Relazioni

La posizione eccezionalmente panoramica ne fa una frequentata stazione di villeggiatura, soprattutto nel periodo estivo; l’accessibilità delle vette dei Simbruini la rende inoltre un’ideale base di partenza per il trekking di alta montagna. Tra le feste folcloristiche più note spiccano quella dell’“Inchinata” (14 e 15 agosto) e la tradizionale processione del Venerdì Santo, che procede lentamente per le vie dell’abitato alla fioca luce di lumi e lampade a olio poste sui davanzali e sugli usci delle case. Il Patrono San Felice si festeggia il 3 luglio.

La posizione eccezionalmente panoramica ne fa una frequentata stazione di villeggiatura, soprattutto nel periodo estivo; l’accessibilità delle vette dei Simbruini la rende inoltre un’ideale base di partenza per il trekking di alta montagna. Tra le feste folcloristiche più note spiccano quella dell’“Inchinata” (14 e 15 agosto) e la tradizionale processione del Venerdì Santo, che procede lentamente per le vie dell’abitato alla fioca luce di lumi e lampade a olio poste sui davanzali e sugli usci delle case. Il Patrono San Felice si festeggia il 3 luglio.

Località

Forca Sant'Angelo, Le More, Le Selve, Pisciarello, Villa Maddalena

Forca Sant'Angelo, Le More, Le Selve, Pisciarello, Villa Maddalena

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cervara di Roma rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.